Sole, Alimentazione e Vitamina D

La vitamina D è una vitamina liposolubile, fondamentale per il nostro organismo in quanto è un regolatore del metabolismo del calcio e per questo è utile nell’azione di calcificazione delle ossa. Contribuisce all’omeostasi del calcio e del fosforo nel sangue.

In caso di carenza, non c’è sintomatologia manifesta, dunque la diagnosi avviene principalmente tramite esami del sangue. Normalmente, i valori adeguati di vitamina D sono compresi tra i 30 e i 100 ng/ml: si considera quindi insufficienza un valore tra 20 e 30, carenza un valore al di sotto di 20 e grave carenza con valori inferiori a 10.

La carenza e l'insufficienza di vitamina D sono un problema di salute globale che affligge più di un miliardo di bambini e adulti in tutto il mondo. Le conseguenze della carenza di vitamina D non devono essere sottovalutate. Diversi studi hanno dimostrato l'associazione tra carenza di vitamina D con una miriade di malattie acute e croniche tra cui preeclampsia, carie dentale infantile, rachitismo, osteomalacia e osteoporosi, parodontite, malattie autoimmuni, malattie infettive, malattie cardiovascolari, tumori mortali, diabete di tipo 2 e disturbi neurologici. Di norma si preferisce che il paziente segua delle somministrazioni giornaliere, settimanali o mensili di vitamina D che, in condizioni normali, viene assunta per via orale. La forma che si predilige è quella inattiva, dunque il colecalciferolo, cioè la medesima che viene sintetizzata dal nostro organismo tramite l’esposizione solare e poi attivata a livello renale e epatico. Solo in condizioni particolari, quali il malassorbimento, si preferisce la somministrazione intramuscolo. È importante considerare che dobbiamo attendere almeno 3-4 mesi prima che l’esito di una supplementazione di vitamina D sia confermato dagli esami del sangue.

Come evitare quindi la carenza di vitamina D?

La sintesi cutanea garantisce circa l'80% del fabbisogno di vitamina D. La rimanente percentuale (apporto esogeno) deriva dall'apporto alimentare della sostanza, da alimenti come alcuni pesci grassi (salmone, sgombro e aringa), latte e derivati, uova, fegato di merluzzo e verdure verdi.

Per favorire la produzione endogena di colecalciferolo, è importante esporsi ai raggi solari, ma quali esattamente? Quando la pelle è esposta alla radiazione ultravioletta B (UVB) tra le lunghezze d'onda di 290 e 315 nm, il composto presente nella pelle, viene convertito in previtamina D3, che isomerizza per formare vitamina D3. La quantità di vitamina D3 prodotta nella pelle può essere influenzata dal colore della pelle di un individuo, dall'età e dall'uso di prodotti per la protezione solare, nonché dall'ora del giorno, dalla stagione e dalla latitudine. Infatti l’esposizione agli UVB è maggiore ad alte quote (in montagna più che al mare), e nei paesi tropicali; inoltre da notare come i popoli nel Nord, con la loro pelle chiara, assorbono maggiori quantità di vitamina D.

Ma quindi non bisogna mettersi protezioni solari per favorire la produzione endogena di vitamina D? Assolutamente NO! Le protezioni solari sono FONDAMENTALI per prevenire le scottature solari, invecchiamento precoce della pelle e, di conseguenza, della predisposizione al cancro della pelle. Infatti nessun filtro scherma al 100% dai raggi UVB. Gli studi clinici non hanno mai riscontrato che l’uso quotidiano di creme solari porti ad insufficienza di vitamina D. Anzi, mostrano che le persone che usano la protezione solare quotidianamente possono mantenere i loro livelli di vitamina D assolutamente intatti!

In conclusione quando ci esponiamo al sole, non dobbiamo scegliere tra prevenire le patologie della pelle o la carenza di vitamina D, ma con l’uso di adeguate protezioni solari e la corretta alimentazione possiamo fare entrambe.

Bibliografia

Michael F. Holick, The vitamin D deficiency pandemic: Approaches for diagnosis, treatment and prevention, Reviews in Endocrine and Metabolic Disorders volume 18, pages153–165 (2017);

Natasha Khazai, Suzanne E. Judd, Vin Tangpricha, Calcium and Vitamin D: Skeletal and Extraskeletal Health, Curr Rheumatol Rep. 2008 Apr; 10(2): 110–117.